TelegrAvv – Commento sul Vangelo del 21-12-2016

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Vangelo (Lc 1,39-45)
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

Commento (a cura di Mons. Dario Edoardo Viganò, Prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede)

Questo versetto ci parla di movimento: Maria si alzò, andò, entra; anche noi, come ci indica costantemente Papa Francesco dobbiamo uscire, andare verso la periferia del nostro progetto sulla giornata di oggi e farci disponibile. Dobbiamo muoverci. Per muoverci dobbiamo disabituarci a ciò che sappiamo già. Solo così si apre  lo spazio per la preghiera, cioè per la domanda. Dobbiamo imparare a domandare. Ma solo nella carne avviene la domanda autentica, cioè umana.

In questo versetto tutto è fisicità, parla esclusivamente del presente, tutto qui è carne, è l’accadere in se stesso. Ogni domandare autentico può nascere solo dalla carne; infatti Elisabetta domanda, con la quotidianità  della circostanza che vive “a che cosa devo che la madre  del mio Signore venga da me?”

L’incontro con la carne dell’oggi provoca una domanda, anche la più banale e, se non siamo totalmente e definitivamente assorbiti dalla mentalità dominante che abita in noi, anche la domanda più banale, banale non è.

Invito ad accogliere il tempo che ci viene incontro con l’autentico domandare che nasce dalla carne, immediato, senza filtri, con la massima semplicità. Riascoltiamo:

“In quei giorni  Maria  si alzò e andò in fretta  verso la regione montuosa, in una citta di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta.”

Veglia il cuore, sveglia la Vita!

Buona Giornata!